da Gallinacciainfuga | Giu 6, 2025 | Cose di Galline, libri
(…)Gli ultimi due anni di liceo avevo un fidanzato che mi amava tanto, almeno quanto la sua famiglia mi odiava. Aveva una mamma e una zia che cucivano e così si offrirono di preparare i vestiti di carnevale per una competizione che perdemmo. Andammo a prepararci al ballo, insieme al gruppo che avrebbe partecipato con noi, da sola non sarei stata tollerata, e ricordo che dovevo indossare una specie di cuffia, per infilare la quale la mamma del mio fidanzato pensò bene di spazzolarmi i capelli. I miei capelli ricci e tendenti al crespo spazzolati mi avrebbero resa un istrice, era proprio una di quelle cose da non fare mai. O la piega con spazzola e phon, ma fatta da uno bravo, oppure si potevano pettinare solo prima del risciacquo col balsamo di cui facevo grande uso. Ma non osai oppormi e sentii su di me tutto il disappunto e il disprezzo di quella donna che cercava inutilmente di districare i miei capelli, mi sembrò di avere i serpenti al posto dei capelli, come Medea. Non le piacevo e dopo aver tentato di domare la mia chioma, le sarei piaciuta ancor meno. Restai zitta e immobile consapevole che mai e poi mai avrei potuto togliermi quella cuffia ridicola durante la serata (…)
da Gallinacciainfuga | Mag 30, 2025 | cancro al seno metastatico, Cose di Galline, Fuga, libri
(….)In prima liceo il professore di filosofia mi fece fare una ricerca approfondita sulle streghe, gli feci una domanda e lui mi rispose con una bibliografia, scoprii che esistevano le bibliografie e la possibilità di sapere senza ripetere luoghi comuni, che non si poteva dire: l’ho sentito o me l’hanno detto o lo so e basta; bisognava citare le fonti. Più tardi ho scoperto che c’era un sacco di gente che citava fonti mai consultate e che bastava alzare la voce per avere ragione, ma naturalmente per almeno dieci anni l’ho ignorato e la mia passione per le streghe mi portò a scoprire che non esistevano e che fu solo uno dei modi infiniti in cui si propagava la misoginia intanto aumentò il disprezzo per i miei capelli; in effetti anche tu somigli a una strega, mi dicevano, oppure: ti farò fare la fine delle tue amiche del ‘500, mi diceva ogni tanto quel prof., lo diceva affettuosamente, lo dico subito, ma lo diceva. I miei capelli avevano comunque un riferimento culturale e storico certo: le streghe. In realtà il riferimento era solo iconografico ma comunque, da lì dovevo provenire insieme ai miei capelli. (…)
da Gallinacciainfuga | Mag 16, 2025 | cancro al seno metastatico, Cose di Galline, Fuga
Ascoltare un audiolibro naturalmente non è come leggerlo, ad esempio non posso sottolineare le parti che mi hanno colpito e soprattutto rileggerle. E’ come avere a disposizione un altro testo perché diversa è l’interazione, questo mi è chiaro. Però a volte sono occupata con le mani e mi piace un sacco ascoltare un podcast o un audiolibro, mi sembra di non sprecare il tempo. Ma sbaglio ad avere paura di sprecare il mio tempo e infatti sto ascoltando un audiolibro che mi insegna che non devo sottrarre o moltiplicare il tempo ma esserlo. Comunque ho bisogno di trattenere alcune cose ascoltate e allora le scrivo qui. Non accettare più le sfide, non dare importanza alle sfide, piuttosto imparare a sintonizzarmi con quello che mi sfida, comprendere cosa mi fa essere ogni cosa, non cercare di imparare dai maestri ma cercare quel che cercano loro. Essere la libellula che va verso il lago per fare il pieno di acqua da portare per spegnere il grande incendio e quando il re Leone la sbeffeggia dire: lo so che sono solo 4 gocce d’acqua, ma io faccio la mia parte (Un’etica di ferro, mi piace tanto averla). E poi mi è piaciuto che quel ho sentito sul suono delle ambulanze: quando sentite un’ambulanza, non soffermatevi sul fastidio, piuttosto fermatevi e dite: lo so che hai bisogno di aiuto e io ci sono, ti mando il mio pensiero. Esserci in silenzio, da lontano. Serve non serve, non importa (questo lo aggiungo io). Le parole ascoltate sul dolore e la paura, quelle sono già esperienza. Le emozioni durano circa due minuti, il resto è auto narrazione. Imparare a stare per superare dolore e paura. La soluzione è sempre stare e farsi attraversare. (Ascoltando”Il silenzio è cosa viva” di Chandra Livia Candiani)
da Gallinacciainfuga | Mag 14, 2025 | cancro al seno metastatico, Cose di Galline, Fuga, In principio fu la luce
(…)I miei capelli durante l’estate potevano crescere perché mia madre durante l’estate aveva da fare, si provvedeva al taglio militaresco prima dell’estate e fino a quando ricominciava la scuola non se ne parlava più. Non si parlava di nulla a dire il vero, le cose importanti erano altre e allora io mi cercavo alternative, mi dimenticavo il mio aspetto perché era l’unico modo per sopportare come mi acconciavano e almeno in estate facevo quello che mi pareva. Nessuno mi guardava, iniziava la mia libertà.
Mi sarebbe piaciuto avere qualcuno che mi guardasse senza disapprovare i miei capelli. Ma in mancanza di quello mi cercavo qualcosa da guardare io.
Così passavo le mattinate in spiaggia, in acqua e con le amiche venute dalla città quasi mai interessanti quasi mai gentili ma almeno avevo qualcosa da fare, il mare e poi il pranzo e poi i pomeriggi in cui dovevo sopportare i rimproveri perché non ne volevo sapere di dormire e poi vestirmi per la sera, le passeggiate della sera il colore del cielo che da violetto diventava lapislazzulo e le stelle infinite, l’odore della salsedine, il bagliore delle luci della costa sul mare, quel bagno di bellezza era la consolazione della mia solitudine. La mia e quella dei miei capelli.
Poi cominciavano le litigate per andare a letto, io che non volevo andare a casa da sola, mia madre che mi intimava di farlo, senza capire mai la mia disperazione. Non potevo andare a casa senza di lei e quando mi diceva che c’era mia sorella mi faceva sentire ancora peggio. (…)
da Gallinacciainfuga | Apr 2, 2025 | Cose di Galline, libri
Mia madre non amava i miei capelli, la sentivo sbuffare quando mi preparava per la scuola e sentivo che mi faceva male quelle rare volte che li avevo abbastanza lunghi da acconciarli in due codini che mi stringeva con l’elastico vicino al cuoio capelluto senza ritegno, i miei capelli erano ribelli; era la dichiarazione di ogni mattina, andavano tagliati e portati corti, non c’era alternativa. Avevo pure una maestra pazza che pretendeva di mettere in testa a tutte le bambine frontini con un fiocco azzurro che dovevano sovrastare la testa, un fiocco che doveva sempre essere bello teso e in ordine. Quel frontino faceva un male terribile dietro le orecchie. Due megere, ma allora non lo sapevo o meglio lo sapevo benissimo solo che non sapevo dirlo.
Tra l’altro non aveva senso un frontino su un capello cortissimo ma dovevo portarlo lo stesso perché la maestra, famosa per essere una maestra capace poiché autoritaria, più o meno quello era il metro di misura che si applicava per giudicare un insegnante, così voleva.
Per me era difficile stare dietro a tutto quell’ordine e quella precisione, sapevo che erano amate più di me le bambine con i capelli lisci, le figlie con i capelli lisci e soprattutto che stavano meglio di me con i frontini col fiocco.
da Gallinacciainfuga | Mar 6, 2025 | Cose di Galline, Le grandi domande
Per una colazione speciale, ieri mattina io e il signor P. ci siamo seduti al tavolo di un bar famoso in città per la varietà e la ricercatezza delle sue brioches e croissants. La colazione è sempre speciale per me, quella di ieri lo era particolarmente anche perché non mangio croissants tutti i giorni, quindi ho scelto un croissant con crema diplomatica, una specie di chantilly solo più densa, e mentre lo mangiavo in religioso silenzio, ho pensato all’ultimo croissant che sapeva di croissant che ho mangiato nella mia vita. Con somma tristezza ho dovuto scavare, anno dopo anno dopo anno. Non è che non mi sia stato possibile o non sia possibile fare colazioni speciali, certo che lo è, ma il croissant che profuma di burro e che esplode in bocca mentre la pasta sfoglia si sbriciola sulle labbra e si posa sui vestiti, credo di averlo mangiato a Parigi l’ultima volta davvero molto tempo fa e neanche lo scrivo quanti anni sono passati e quanto mi piacevano i croissants parigini, in particolar modo il croissants aux amandes di cui ho ancora un ricordo forte. Non sarebbe bello sapere quando sarà l’ultima volta che assaggiamo una cosa che ci piace? No, forse non sarebbe bello, anzi sarebbe triste. Quindi insieme a tutto quello che perdiamo dobbiamo mettere in conto che un certo sapore e odore potrebbe svanire, per sempre? Ho sempre creduto che non riuscire a ritrovare un sapore abbia a che fare con le differenze che accompagnano l’esperienza, se cambia l’umore o se non abbiamo fame, è impossibile ripetere la stessa esperienza oppure no, devo ricredermi, scorre tutto e anche il gusto di un sapore certo, su cui facevamo affidamento, proprio quello, può estinguersi per sempre.
da Gallinacciainfuga | Feb 20, 2025 | libri
In cerca di stimoli per affrontare la nuova scrittura, mi sembra di imbattermi solo in storie familiari, saghe o anche racconti su genitori scomparsi, eroici oppure violenti. Quindi ho letto anche l’Anniversario di Andrea Bajani, autore di cui avevo perso le tracce. Leggo poco gli autori italiani perché, come sentii dire da Eco intervistato da una radio francese, se sono più bravi di me mi scoccia e se sono meno bravi di me, mi scoccia ancora di più. Comunque Bajani era uno di quelli che leggevo, ma poi ci fu un piccolo contenzioso, diciamo così.
Quando pubblicai il libro sull’affaire Marie Trintignant – Bertrand Cantat, il settimanale, importante, che se ne occupò, chiese ad Andrea Bajani di scrivere qualcosa a riguardo. Ma lui rifiutò, siccome si trattava di un giornale come ho già detto, importante e che lo avrebbe anche pagato bene, le ragioni addotte mi sembrarono inverosimili, disse che non poteva perché aveva delle scadenze improrogabili, cose così. Ovviamente si trovò un’altra soluzione e la cosa finì lì. Però io ci ho sempre ripensato, poiché sono anche convinta di essere finita in una specie di libro nero a causa di quel libro che probabilmente oggi sarebbe impubblicabile, e quindi quando ci ripensavo sentivo una specie di dispiacere, come se lui, più furbo di me, si fosse tenuto alla larga da quella storia.
Leggendo L’ Anniversario ho capito, e gli ho voluto bene come se lo conoscessi. Mi dolgo di avergli proposto indirettamente di occuparsi del mio libro e posso dire davvero che il tempo mi ha svelato la ragione di quel rifiuto. Andrea Bajani ha scritto un libro potente e delicato, misurato e fortissimo, che ho cominciato a leggere dicendomi: vediamo se mi convince e che ho lasciato solo quando l’ho finito, restando immobile sulla poltrona per tutto il pomeriggio fino alla sera. Soffrendo e ammirandolo per tutto il pomeriggio fino alla sera.
da Gallinacciainfuga | Feb 1, 2025 | cancro al seno metastatico, Cose di Galline, Fuga
dalla Feltrinelli della stazione centrale di Milano si può aggiornare un blog. Mi pare un buon vantaggio. Aggiornare #gallinacciainfuga.it da Milano, mi fa sentire clandestina quasi come se leggessi Lolita a Teheran, ok scherzo.
Sono a Milano dalle 7 e 50 di ieri mattina, sono riuscita ad arrivare in aeroporto con un certo anticipo come se non potessi perdermi qualcosa della giornata che mi aspettava. In Humanitas dalle 8.30 mi sono messa pazientemente ad aspettare il mio turno per la colazione, ooops, per il prelievo ovviamente. Alle 10,30 mi sono accorta che però qualcosa non andava. L’attesa era troppo lunga e poi continuavano a scorrere numeri che ero certa fossero successivi al mio. All’inizio mi sono detta che forse c’erano delle urgenze, forse c’erano persone che dovevano fare terapie per cui avevano necessità di fare prima i prelievi, forse c’era più gente del solito. Ho chiesto al responsabile di sala se ci potesse essere un disguido e lui, come uno che sapeva benissimo che poteva esserci un disguido è entrato nel box prelievi e ha chiesto. L’infermiera non trovava il mio nome in elenco, pur avendo io fatto prenotazione e accettazione, mi ha comunque chiamata per nome invece che con il numero e alla fine ha appurato che la segretaria non aveva chiuso la pratica che però era in ordine. Dovendo fare la Tac nel pomeriggio era troppo tardi per fare colazione e quindi ho atteso, ho atteso e ho atteso. Fino alle 18.30. Quando finalmente ho vinto l’accesso alla TAC, è incredibile la gioia che ti può dare fare una Tac se aspetti.
Dopo la TAC ho raccolto le mie cose per uscire di corsa ma poi quando stavo per guadagnare l’uscita mi sono ricordata che dovevo farmi togliere l’ago con cui mi avevano infuso il liquido di contrasto e quindi sono tornata dall’infermiera della radiologia. Che però non c’era. Ma poi è arrivata e quindi sono uscita. Mentre riattraversavo il corridoio ho pensato che se non trovavo il taxi avrei fatto prima a uccidermi, così per risparmiarmi la fatica di trovare una soluzione. MA il taxi c’era e quindi ho dovuto aggiornare i programmi. In albergo però ho scoperto che non c’era il ristorante e quindi per mangiare sarei dovuta uscire. Lo so potevo ordinare qualcosa, potevo capire se mi rimediavano qualcosa. Potevo. Ma non avevo la forza di fiatare così sono andata a dormire e più che un sonno deve essere stato uno svenimento perché fino alle 8 di mattina non ho capito più nulla.
Sono scesa a fare colazione, ho scelto accuratamente il cibo che non avesse minimante a che fare con una dieta anti infiammatoria e ho mangiato e bevuto latte e caffè, pessimo ma pazienza.
Ora dalla Feltrinelli della stazione centrale, attendo il treno che mi porterà a Rimini e la giornata di ieri mi sembra lontanissima
da Gallinacciainfuga | Gen 23, 2025 | Cose di Galline, Le grandi domande
Qualche giorno fa mi sono posta il problema di cosa farne del blog e soprattutto del senso che poteva aver linkarlo alla mia pagina Facebook o Instagram, visto il mio poco traffico e i pochi follower. Siccome sono inondata da inserzioni su webinar, corsi di ogni genere per diventare qualcuno o vendere qualcosa, ho pure cercato di capire se era il caso di affidarmi a chi ne sa, ma poi siccome consigli strepitosi e visioni strabilianti non me trovavo ho pensato che intanto dovevo dedicare più tempo ai social ampliare i contatti e passare più tempo su Facebook o su Instagram, non litigando con nessuno possibilmente (che è la cosa che mi diverte di più sui social) ma caso mai fare complimenti, commenti su profili identificati come adatti alla mia rete e soprattutto cercare di rendere la mia comunicazione facile e univoca, così da poter scalare la nicchia. La noia. Non sono una persona pigra, esattamente il contrario, se motivata sono un osso duro, difficile per me mollare la presa, divento ossessiva, caso mai. Ma la noia di diventare qualcuno sui social mi ha fatto desistere in meno di due ore. Non è per me. I profili più o meno affini, quelli a cui teoricamente dovrei somigliare, quelli a cui dovrei fare riferimento per crescere, hanno contenuti espressi in cinque frasi brevi, non è per criticare, non sempre e non tutti, ma in generale si esprimono con codici non affini ai miei. Non è il mio mondo e non riuscirei mai a divertirmi, lo so che per essere letta sui social devo essere breve, ma io scrivo su un blog perché raccolgo i miei appunti per la prossima vita. Mi farebbe piacere condividerli, ma non fino al punto da diventare una Donna a una Dimensione (eh sì, sto parafrasando e citando Marcuse…). Quindi ho preso la seguente decisione, continuo a scrivere per me e per i miei 15 lettori (veri e contati, cito Manzoni perché magari porta bene) poi visto che ho, diciamo così, esigenze comunicative, scrivo un altro libro, anzi continuo a scriverlo visto che ho cominciato. Voi quindici trovatemi un editore, perché quello è quasi più scoraggiante di scalare i social. Quasi. Il blog non lo lascio (utile o inutile, chi se ne importa) i miei contatti non li amplio e niente, continuiamo così, facciamoci del male.
da Gallinacciainfuga | Gen 17, 2025 | cancro al seno metastatico, Yoga
Come sanno tutti i distratti, ci si perde molto quando si è presi solo dai dettagli, ma come sanno gli ex distratti come me, ci si concentra sui dettagli per sopportare il tutto e per attraversare il tempo con meno angoscia. Quando riusciamo a recuperare l’attenzione, la presenza nel qui e ora come insegna lo yoga e come insegnano quasi tutte le discipline fin dal mondo antico (Hic et nunc) conquistiamo un super potere, che non è il controllo della realtà e degli altri, ma esattamente l’opposto, la capacità di leggere e decodificare solo attraverso l’osservazione, in un certo senso ci si libera dalla necessità di restare in attesa delle risposte, delle conferme. Io lo faccio come esercizio, mi chiedo come si evolverà una situazione, me lo chiedo in base alla mia osservazione il più possibile onesta, priva di pregiudizi e di preconcetti ma ho i miei elementi per valutare, li abbiamo tutti, se sappiamo osservare. Mantenere la concentrazione e aspettare, il tempo svela. Non ha nulla a che fare con il giudizio, piuttosto sulla capacità umana, tutta umana, di comprendere senza affidarsi all’oracolo.
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