Insolita estate 2

Ci eravamo lasciati sulla ricerca delle cose che cambiano, se si dissolvono e se conta solo l’essenza, e anche su che cosa è l’essenza, se si dissolve anche quella. Non ho trovato una risposta naturalmente, oppure è sempre la stessa. L’essenza è il viaggio, come percorri la strada, cosa lasci e cosa ti porti, cosa ti ha migliorato. Forse anche cosa ti ha peggiorato. Di tanto in tanto ritorno sulla definizione che diede Fitzgerald della vita: la vita è un processo di disgregamento, c’è una verità che provo a intuire in questa definizione. Il viaggio della vita è un processo non tanto a perdere quanto a sottrarre, ma tra il perdere e il sottrarre la linea è sottile, il viaggio più confortevole è il viaggio leggero, in cui devi portarti solo l’essenziale. Ma cosa è l’essenziale? Pochi abiti intercambiabili e che stanno bene tra di loro? Vivere con chi ci somiglia e che ci illudiamo ci appartenga? O l’essenziale come dicono i mistici, e anche Saint-Exupéry è l’amore, perché l’essenziale è invisibile agli occhi? Davvero tutto si riduce a questo? Al tramonto della vita saremo giudicati sull’amore (San Giovanni della Croce). Già ma cosa è l’amore? Di quale amore parliamo? Che vuol dire? Quanta manipolazione c’è nell’amore, quanto narcisismo, quante volte scambiamo la volontà di affermare noi stessi per il bene dell’altro? E come si fa a imparare? E ci importa poi davvero di come saremo giudicati al tramonto della vita?

Torno al principio;  muoversi, andare avanti con bagaglio leggerissimo, accogliere chi viene verso di noi e sorridere a chi si allontana. Altro non c’è.

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