I giorni a statuto speciale

I giorni intorno al viaggio a Milano, sono giorni a statuto speciale, mangio quel che voglio e con meno sensi di colpa, sto più tempo sulla mia poltrona e guardo film di Natale tutti uguali, cerco pace spegnendo i pensieri. Per quanto sia diventata una routine andare a Milano per i controlli, un carico di emozioni mi segue come una nuvola pesante, a volte intravedo il sole altre volte la nuvola è spessa e ho bisogno di tempo per ricominciare a respirare. Come se dovessi recuperare fiato dopo una maratona, e questo accade comunque vadano le cose. Anche nei giorni più difficili, recuperare, stare in silenzio, indugiare in ogni pratica di riposo, mi ritempra. Ma deve durare poco, oggi riprendo la solita vita, riprendo le lezioni di yoga più intense, la routine di sempre e tutto quello che mi dà la sensazione di andare avanti e che, in effetti, mi fa andare avanti. Cosa ci fa andare avanti? E’ differente eppure uguale per tutti credo; i progetti, la ricerca delle soluzioni, le promesse che ci vengono fatte e quelle che facciamo a noi stessi. Tutte le promesse sono promesse di felicità. Funzionano anche quando sappiamo come vanno a finire ma fanno andare avanti. Però quello che ci fa andare avanti, tutti, perché è una regola che vale per tutti, è il fatto stesso di andare avanti. Il moto, il continuare a dire: domani faccio quello, domani devo fare questo e anche se non potrei, anche se non è intelligente, anche se non interessa a nessuno, anche se non cambia nulla per nessuno,  io lo faccio lo stesso, e vado avanti. Lo faccio perché questo è il passo giusto per me

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il ritorno

Mi sono alzata prestissimo, svegliata tra la notte e l’alba da Giulietta, la mia gatta urlatrice. Giulietta non miagola, urla, non è stata sempre così ma è da qualche mese che esprime  ogni minimo disagio con urla che squarciano il silenzio della notte e non possiamo farci nulla.

Comunque ieri sono andata a letto molto presto e forse non avevo più sonno ed essendomi svegliata all’alba ho pensato bene di accendere una candela perché nei paesi nordici in inverno si fa così e poi perché è la seconda domenica dell’avvento, qualsiasi cosa voglia dire.

Mi invento rituali, a volte funzionano (sull’umore intendo) a volte no, quando non funzionano mi sento una cretina. Come stamattina. Comunque la casa è silenziosa e profuma di caffè. Non va così male, è solo il down del ritorno da Milano.  Poi passa. Non ho visto la mia solita dottoressa e quella che ho incontrato aveva un accento toscano strettissimo, ho dovuto spesso chiederle di ripetere e mi sono sentita fuori posto. E poi quando a me è stato diagnosticato il cancro lei sicuramente era ancora al liceo, questa cosa mi ha scocciato un po’, non perché non sia abbastanza brava, lo è ne sono sicura, perché in generale è seccante che ci sia tutta questa gente con la vita davanti, no?

Vado a farmi una doccia, mi vesto bene e mi trucco. Dovrebbe funzionare.

 

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lo sguardo e i super poteri

la mia amica Giovanna ha cominciato da poco a praticare yoga, così quando mi ha chiesto cosa intendevo dire a proposito dello sguardo che indica la direzione, mi è venuto in mente Dristhi. Le cose sono andate più o meno così: chiedi alla tua insegnante cosa è Dristhi. No,  non chiedo, è troppo impegnata con altre cose, la perdono solo perché mi sento meglio.

Praticare Yoga e sentirsi meglio, dopo poche lezioni, o non è vero oppure  significa che hai imbroccato il corso giusto, comunque ho dovuto spiegare a lei un po’ maldestramente cosa è  Drishti, ne ho pure scritto un paio di post fa. In ogni caso le ho detto che è lo sguardo che crea l’intenzione e la direzione, più o meno. Mi ha risposto: è un super potere.

E’ qualcosa a cui in effetti non avevo pensato, potrebbe pure essere un super potere nel senso yogico del super potere: abbiamo infinite risorse e attingere a loro è semplice. Quindi lo sguardo che punta ad un obiettivo e ti trascina fino all’obiettivo, anche in senso traslato, è un super potere, in un certo senso.

Come lo è l’attenzione, la concentrazione, tutti gli aspetti su cui la pratica si focalizza.

Ora, io non sono una sostenitrice del pensiero magico, considero lo yoga una chiave, un alleato, non  dò  alla pratica poteri taumaturgici sebbene mi sia e mi sia stato stata infinitamente di aiuto, però Giovanna ha ragione, Drishti, in senso traslato ma anche nel senso nello sguardo che mi porta verso la direzione, è un super potere.

Comunque io oggi sarò a Milano, quindi mi affido al super potere che mi si è appena svelato e ne riparliamo tra un paio di giorni

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Ti vedo

Ancora sullo sguardo. Stamattina ho incontrato una persona che conosco bene, nel senso che ci conosciamo da moltissimo tempo a abbiamo condiviso tante cose. Era dall’altra parte della strada, ma mentre mi preparavo a salutarlo e a scambiare due chiacchiere, ha preso un’altra direzione senza accorgersi di me.  Aveva un’espressione smarrita e sconsolata. Come se avesse avuto 4 anni e avesse appena perso di vista la mamma in un centro commerciale sconosciuto. Sconsolato e perduto. A proposito dello sguardo.

Ho considerato che ogni volta che lo incrocio per caso ha quell’aria perduta, che non è quella dell’allampanato come spesso realizzavo tra me me e me, è proprio l’aria perduta.

Sempre a proposito dello sguardo. Quando invece lo sento parlare, e mi capita spesso, in presenza di altre persone o solo in mia presenza, sembra uscito dal catalogo delle esistenze realizzate.

Poi un giorno guardi e capisci e allora ti chiedi come hai fatto a non accorgertene prima. Ma non è che non me ne accorgessi, solo trascuravo la sensazione preferendo dare credito alle parole. Stamattina ho  solo messo insieme le intuizioni che mi regala il mio sguardo. Non avrei voluto uscisse dal catalogo delle esistenze realizzate e compiaciute. Avrei preferito saperlo contento così come si racconta ma è uscito da solo, quando ho permesso al mio sguardo di ricucire tutti gli sguardi degli ultimi anni, gli sguardi che me lo hanno fatto cogliere da solo, infelice e perduto. Anche quando non davo peso al mio sguardo, ha lasciato un’impronta dentro di me

 

 

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sempre sullo sguardo (Drishti)

Continuo a pensare allo sguardo, agli sguardi e alla loro direzione. Drishti in sanscrito vuol dire sguardo, nello yoga ogni asana è accompagnata da Drishti, la direzione dello sguardo, la giusta direzione dello sguardo ci consente di eseguire correttamente la posizione.  Nella posizione del guerriero, la prima,  Virabhadrasana A,  una delle posizioni di forza e radicamento, la direzione dello sguardo è “fino al cielo”.

E’ la direzione, sempre, che ci mantiene centrati, che ci aiuta a resistere.  Non il modo il cui poggiamo le gambe, stendiamo le braccia,  o meglio non solo;  ciò che ci fa raggiungere l’obiettivo è lo sguardo. Restiamo stabili e forti guardando fino al cielo. Lo sguardo ci  raccoglie e ci porta oltre quel che vede, la direzione e la concentrazione che richiede Drishti, ci porta oltre ma ci fa restare stabili.

Dalla terra, con i piedi ben piantati, il  baricentro perfettamente allineato, con la sensazione che nulla ti possa far vacillare, che puoi farcela, la posizione del guerriero, non la raggiungi senza guardare fino al cielo.

Lo yoga insegna che bisogna mantenere lo sguardo morbido,  è lo sguardo che vede oltre cose, non giudicante, che può cambiare direzione in base all’obiettivo (alla posizione), lo sguardo che trascina avanti. Lo sperimentiamoo tutti i giorni, andiamo dove e come guardiamo.

 

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