da Gallinacciainfuga | Feb 1, 2025 | cancro al seno metastatico, Cose di Galline, Fuga
dalla Feltrinelli della stazione centrale di Milano si può aggiornare un blog. Mi pare un buon vantaggio. Aggiornare #gallinacciainfuga.it da Milano, mi fa sentire clandestina quasi come se leggessi Lolita a Teheran, ok scherzo.
Sono a Milano dalle 7 e 50 di ieri mattina, sono riuscita ad arrivare in aeroporto con un certo anticipo come se non potessi perdermi qualcosa della giornata che mi aspettava. In Humanitas dalle 8.30 mi sono messa pazientemente ad aspettare il mio turno per la colazione, ooops, per il prelievo ovviamente. Alle 10,30 mi sono accorta che però qualcosa non andava. L’attesa era troppo lunga e poi continuavano a scorrere numeri che ero certa fossero successivi al mio. All’inizio mi sono detta che forse c’erano delle urgenze, forse c’erano persone che dovevano fare terapie per cui avevano necessità di fare prima i prelievi, forse c’era più gente del solito. Ho chiesto al responsabile di sala se ci potesse essere un disguido e lui, come uno che sapeva benissimo che poteva esserci un disguido è entrato nel box prelievi e ha chiesto. L’infermiera non trovava il mio nome in elenco, pur avendo io fatto prenotazione e accettazione, mi ha comunque chiamata per nome invece che con il numero e alla fine ha appurato che la segretaria non aveva chiuso la pratica che però era in ordine. Dovendo fare la Tac nel pomeriggio era troppo tardi per fare colazione e quindi ho atteso, ho atteso e ho atteso. Fino alle 18.30. Quando finalmente ho vinto l’accesso alla TAC, è incredibile la gioia che ti può dare fare una Tac se aspetti.
Dopo la TAC ho raccolto le mie cose per uscire di corsa ma poi quando stavo per guadagnare l’uscita mi sono ricordata che dovevo farmi togliere l’ago con cui mi avevano infuso il liquido di contrasto e quindi sono tornata dall’infermiera della radiologia. Che però non c’era. Ma poi è arrivata e quindi sono uscita. Mentre riattraversavo il corridoio ho pensato che se non trovavo il taxi avrei fatto prima a uccidermi, così per risparmiarmi la fatica di trovare una soluzione. MA il taxi c’era e quindi ho dovuto aggiornare i programmi. In albergo però ho scoperto che non c’era il ristorante e quindi per mangiare sarei dovuta uscire. Lo so potevo ordinare qualcosa, potevo capire se mi rimediavano qualcosa. Potevo. Ma non avevo la forza di fiatare così sono andata a dormire e più che un sonno deve essere stato uno svenimento perché fino alle 8 di mattina non ho capito più nulla.
Sono scesa a fare colazione, ho scelto accuratamente il cibo che non avesse minimante a che fare con una dieta anti infiammatoria e ho mangiato e bevuto latte e caffè, pessimo ma pazienza.
Ora dalla Feltrinelli della stazione centrale, attendo il treno che mi porterà a Rimini e la giornata di ieri mi sembra lontanissima
da Gallinacciainfuga | Gen 17, 2025 | cancro al seno metastatico, Yoga
Come sanno tutti i distratti, ci si perde molto quando si è presi solo dai dettagli, ma come sanno gli ex distratti come me, ci si concentra sui dettagli per sopportare il tutto e per attraversare il tempo con meno angoscia. Quando riusciamo a recuperare l’attenzione, la presenza nel qui e ora come insegna lo yoga e come insegnano quasi tutte le discipline fin dal mondo antico (Hic et nunc) conquistiamo un super potere, che non è il controllo della realtà e degli altri, ma esattamente l’opposto, la capacità di leggere e decodificare solo attraverso l’osservazione, in un certo senso ci si libera dalla necessità di restare in attesa delle risposte, delle conferme. Io lo faccio come esercizio, mi chiedo come si evolverà una situazione, me lo chiedo in base alla mia osservazione il più possibile onesta, priva di pregiudizi e di preconcetti ma ho i miei elementi per valutare, li abbiamo tutti, se sappiamo osservare. Mantenere la concentrazione e aspettare, il tempo svela. Non ha nulla a che fare con il giudizio, piuttosto sulla capacità umana, tutta umana, di comprendere senza affidarsi all’oracolo.
da Gallinacciainfuga | Gen 14, 2025 | cancro al seno metastatico, Yoga
Ho ripreso a fare Yoga nonostante il dolore, devo dire che è stata una buona idea. Non è che il dolore sia magicamente sparito, solo che mi dà sempre fiducia riuscire ad andare avanti nonostante i i pesi che mi trascinano giù, penso che la vita sia questo, andare avanti nonostante il vento contrario ed è un’esperienza che riguarda tutti. A Bari c’è una meravigliosa espressione che riassume il senso dell’andare avanti e della progressione mentre si cerca di acchiappare ciò che ci sfugge, ciò che ci sta sfuggendo dalle mani mentre si è in movimento, un modo di dire che riassume necessità di tirare avanti e capacità di farlo, nonostante tutto, l’espressione è: Aundann Auandann. Io la trovo geniale. La traduzione letterale è “acchiappando acchiappando” ma l’immagine che evoca è più forte, è quella di un funambolo che schiva oggetti che gli vengono scaraventati addosso mentre raccoglie doveri che sfuggono, bambini che corrono, oggetti che inesorabilmente cadono, mentre si va avanti. Praticamente la mia vita, praticamente la vita di tutti, solo che questa espressione me la rende visibile. A fine mese saprò se il dolore è il seguito della micro frattura dello scorso anno perché mi sono affaticata più del dovuto (plausibile) oppure una progressione della malattia (altrettanto plausibile) in ogni caso si farà quello che si deve e si proseguirà, auandann auandann.
da Gallinacciainfuga | Gen 12, 2025 | cancro al seno metastatico, Yoga
Volevo cominciare la giornata con un bel post sull’attenzione, su quel che regala e soprattutto su cosa insegna lo yoga sull’attenzione. Ma è una giornata piovosa e fredda e io sono metereopatica. No, non è vero. A me le giornate di pioggia piacciono così come mi piace stare al caldo mentre fuori fa freddo. E’ proprio che oggi non riesco a vedere oltre le nuvole. Capita, non a caso il lunedì dell’ultima settimana di gennaio è il blue monday, ovvero il giorno in cui gli stati depressivi o le semplici malinconie raggiungono lo zenith. Perché l’inverno è ancora lungo, la luce ancora poca, le vacanze lontanissime. Durante gli anni dell’Università, quando motivi per essere triste ne avevo davvero pochissimi, ma la vita bisognerebbe viverla al contrario come Benjamin Button insegna, il mese in cui decidevo di lasciare l’università e Bologna, era sempre febbraio, passava febbraio e non ci pensavo più, così il terzo anno cominciai a capire che ci doveva essere una connessione tra la mia tristezza e il freddo e quindi smisi di lamentarmi e di intristirmi, almeno a febbraio.
Quindi sono metereopatica o no? Non interessa a nessuno lo so, ma io sono qui per capirmi, quindi interessa a me. Probabilmente la mancanza di luce influisce sull’umore di tutti e per non risentirne bisogna che incroci situazioni di felicità assoluta, praticamente è più facile vincere la lotteria.
Oggi sento forte la stanchezza di dover sempre motivarmi e non ho voglia di trovare mezze felicità, nuove strategie per giustificare né me stessa né le ovvie meschinità umane, non voglio trovare ragioni per sopportare ferite aperte e dolori inestinguibili. Posso? Non ho voglia di ripercorrere ragioni non mie e farmi carico di tossicità altrui, relazioni insanabili e giustificazioni d’accatto. Sono come sono, siete come siete. Ognuno per sé e dio per tutti, va bene così?
Stanchezza da mancanza di luce, si potrebbe dire. Vorrei lasciare andare le persone che mi riportano indietro, sempre, ostinatamente.
(Qualche volta il destino assomiglia a una tempesta di sabbia che muta incessantemente la direzione del percorso. Per evitarlo cambi l’andatura. E il vento cambia andatura, per seguirti meglio. Tu allora cambi di nuovo, e subito di nuovo il vento cambia per adattarsi al tuo passo. Questo si ripete infinite volte, come una danza sinistra con il dio della morte prima dell’alba. Perché quel vento non è qualcosa che è arrivato da lontano, indipendente da te. È qualcosa che hai dentro. Quel vento sei tu. Perciò l’unica cosa che puoi fare è entrarci, in quel vento, camminando dritto, e chiudendo forte gli occhi per non far entrare la sabbia. Attraversarlo, un passo dopo l’altro. Non troverai sole né luna, nessuna direzione, e forse nemmeno il tempo. Soltanto una sabbia bianca, finissima, come fosse fatta di ossa polverizzate, che danza in alto nel cielo. H. Murakami)
da Gallinacciainfuga | Gen 10, 2025 | cancro al seno metastatico, Cose di Galline, Yoga
Mi capita spesso di ricordare un luogo, una via, una piazza, un locale dove posso aver mangiato o bevuto qualcosa, ma di non ricordare dove fossi, a quale latitudine. Una strana sensazione, cerco di ricostruire meglio il mio ricordo e qualche volta sono quasi sicura che quel ricordo riguardi proprio quella città, ma poi si allontana e sono altrettanto certa che potrebbe non essere proprio quella città. Mi capita anche che con i libri che leggo sul Kindle, tendo a dimenticare il titolo, cosa impossibile se il libro è di carta, questo mi fa pensare che la mia memoria del titolo dipende dal medium, un libro di carta ce l’ho tra le mani e rileggo il titolo ogni volta che lo apro, mentre il titolo di un libro elettronico lo leggo solo quando decido di leggerlo. Probabilmente ho una architettura cognitiva analogica, però lo detesto in ogni caso. Detesto non ricordare dove fossi quando mi viene in mente il mercato della frutta con quella luce di quel pomeriggio, quella pi.ccola piazza di cui ricordo perfettamente la fontana, mi fa pensare che i miei neuroni siano in caduta libera. Ma poi realizzo che in effetti fino a un certo punto della mia vita dimenticavo molto, ma molto di più. Anche se c’erano cose che proprio non avrei potuto dimenticare, come il titolo di un film, cosa che ora mi succede spesso, potevo dimenticare oggetti importanti dovunque, perdere sciarpe, occhiali e perfino borse con una frequenza impressionante e dimenticare volti e conversazioni con una velocità supersonica. Non mi succede quasi più, sono molto più concentrata e chi continua a trattarmi come una persona sbadata, non immagina che riesco a registrare ogni azione che basandosi su una me che non esiste più, intercetta con precisione ogni tentativo di manipolazione. E’ come se avessi acquisito un super potere. Ma del resto la concentrazione è un super potere. Non mi si può dire più: te l’avevo detto e farla franca, forse ti sei dimenticata e sperare di cavarsela. Non mi ribello, faccio finta di essere la scioccata di sempre. Ma intanto ho assistito a una rivelazione
da Gallinacciainfuga | Gen 6, 2025 | cancro al seno metastatico, Fuga, Yoga
tra Capodanno e l’Epifania è tornato a trovarmi il dolore lombare, che gentile, solo che questa volta è leggermente più su, un dolore lombo dorsale, lo definirei. Comunque siccome so come farlo accomodare senza che si senta del tutto a suo agio aspettando che se ne vada, ho cercato di non fermarmi del tutto, ho una tecnica ormai di cui non parlerò perché non ho alcuna intenzione di sprecare parole per un dolore lombare. Comunque oggi avevo dei piani, dovevo fare questo e quello ma poi i piani sono saltati e ho ricevuto una telefonata, quindi mi sono ritrovata vestita e truccata per strada alle nove del mattino, senza sapere più che farne della mia mattinata ed è stato uno di quei momenti, frequenti, in cui avrei voluto buttarmi a terra e piangere. Ma avevo il cappotto bianco.
Mi sono rifugiata nella solita Coop sotto casa, fingendomi indaffarata, ho cercato il pane affettato di semola che uso per la colazione e che era finito, ma naturalmente non c’era e ho dovuto far finta di aver bisogno di altro per dare un senso alla mia presenza nella Coop vestita e profumata come una dama un po’ fané, molto fané. Ma l’unica cosa che mi serviva era Ace denso blu ed era troppo pesante per trascinarmelo a casa.
Ho sentito dentro le ossa che l’Epifania che tutte le feste porta via è la peggiore delle domeniche senza essere una domenica, quella che ti ricorda che c’è solo quella terrificante interrogazione di greco davanti a te e che le vacanze sono così lontane, che siccome hai pure il dolore lombare, non è neppure detto che quest’anno le vedrai o che vedrai il mare e che nuoterai felice.
Quindi sono tornata a casa, mi sono vestita da persona normale che va in piscina e sono andata in piscina a nuotare.
Ah beh.
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