Una volta ho letto che un tale a cui fu diagnosticato un cancro si rinchiuse in un albergo con un numero imprecisato (nel senso che non me lo ricordo) di DVD, o forse erano ancora VHS, di commedie e ne riemerse guarito. Se io fossi una persona seria dovrei dirvi dove l’ho letto. Va bene ve lo dico; l’ho letto nel libro di Claudia Rainville, Ogni sintomo è un messagio, mi ricordo che lei faceva il nome di questo tale, per cui dava la sensazione che si trattasse di qualcosa di verificabile, naturalmente poteva essere vero che lui ci credesse e che ci credesse pure lei, ma poteva essere stata sbagliata la diagnosi, potevano essere tante cose. Ma perché mi è venuto in mente? Ah sì, perché cercavo una commedia divertente da vedere e non l’ho trovata, quindi mi sono chiesta quali mai fossero i titoli della terapia del tale in questione, potrebbe essere utile saperlo. In ogni caso, siccome non sono del tutto scema, ho pensato che sì, potrebbe essere utile conoscere la filmografia della terapia ma poi esiste pur sempre il gusto personale. Io per esempio non sono mai riuscita a ridere vedendo Fantozzi ed è sempre stato un grande cruccio per me, io in Fantozzi mi identifico e soffro. Lo so che questo fa di me una insopportabile snob, ma non posso farci nulla. Comunque resta il fatto che sarebbe utile avere un lista pronta per ogni evenienza. In alta Fedeltà, il libro di Nick Horby, il protagonista si rinchiude in casa con dieci VHS, il giorno del suo compleanno, per superare un abbandono, la lista era quella specifica per gli abbandoni. Comunque le liste che contavano davvero in quel libro erano quelle dei pezzi musicali, ora che ci penso. Io farei una lista cumulativa per i momenti tristi (abbandoni, malattie e tristezze sparse) da tenere sempre pronta per l’uso. Probabilmente molti ce l’hanno, io no.
Ci metterei Il Diario di Bridget Jones, Il diavolo veste Prada, Quattro Matrimoni e un funerale, Il Matrimonio del mio Migliore Amico, A qualcuno piace Caldo, tutte le serie di Friends, The Big Bang Theory, Totò, Peppino e la Malafemmina, Mamma Mia, anzi Mamma Mia lo metterei più volte nell’elenco, ci metterei Good Bye Lenin, Il Favoloso mondo di Amèlie, Chocolat. Sono solo i primi titoli che mi vengono in mente, però ammetto che la lista dei film da vedere nei momenti in cui l’umore è buono e si possono vedere anche i film drammatici o tristi, è molto, molto più lunga, anche se la dovessi fare immediatamente e senza alcun tipo di ricerca, non finirei mai.
Anzi, se vi vengono in mente titoli per la terapia del buonumore, non teneteveli per voi
La prima cosa che ho capito leggendo dell’aura è che mi trovavo proprio in una di quelle situazioni in cui tutto quello che imparavo leggendo e facendo gli esercizi poteva essere vero ma poteva anche essere pura suggestione. Alla fine ho deciso che non mi importava, suggestione o no, l’importante è che funzioni. Quindi ho provato a vedere la mia aura in una stanza con poca luce, a guardare senza sforzo tra la punta delle dita a una distanza di circa un centimetro le une dalle altre, poi ho provato a spostare una mano in su e l’altra in giù, qualcosa ho visto. Avevo letto che bisogna esercitarsi a usare la visione notturna, i bastoncelli (credo, li ho sempre confusi con i coni, insomma quella cosa lì). In realtà le prime volte si vede davvero poco, attimi, qualche bagliore violaceo e la sensazione di essere vittime di una illusione ottica (ma abbiamo detto che non ce ne frega niente) di sicuro ci vuole costanza, non fatevi abbattere e se l’idea vi piace, insistete. Io ad esempio mi diverto esercitandomi a osservare quella delle persone che incontro per caso, vedo poco, lo ammetto, nulla il più delle volte, ad essere sincera, però non ho intenzione di desistere. Ciò che davvero ha funzionato è stato pettinare l’aura. Dovete immaginare di avere delle dita più lunghe di quelle che avete di almeno quindici centimetri e poi utilizzarle come se doveste ravvivarvi i capelli, facendo quel gesto intorno al corpo, provate, è piacevole, oppure potete farlo voi a un amico e chiedere a lui di farlo con voi, pettinando l’aura rimettete un po’ le cose a posto, state un po’ meglio, esattamente come per i capelli, solo che il beneficio non è estetico. Lo sforzo vero è non ridere, ma ce la potete fare.
Anche il Corriere online in vista delle imminenti nozze a Venezia (che sono state già formalmente celebrate a Londra…) di George con Amal ha tirato fuori l’album dei ricordi finendo col mettere impietosamente a confronto le foto dei tempi di E.R. (sono passati 20 anni) con quelle di oggi; come dicevamo io e gattasorniona in un post precedente, Clooney è stato davvero bello solo durante E.R. ma chissà come e perché si ostinano a spacciarlo per lo strafigo di sempre. Quindi vi invito a guardare cosa è oggi Julianna Margulies, l’infermiera Hataway ai tempi di E.R. di cui il Dott. Ross era innamorato ma che faceva soffrire moltissimo, e ditemi se non è diventata più bella, certo produce e interpreta A good wife e il suo personaggio è un po’ noioso proprio come quello dell’infermiera Hataway , si vede che ci tiene ai suoi ruoli di brava ragazza, ma ditemi se non è conservata moooolto meglio di Clooney.
Questo post è ispirato dal commento di Gattasorniona al post precedente, a proposito del fatto che si cerca in tutti i modi di mantenere alta l’immagine di insuperabile strafigo per Clooney mentre io e lei concordiamo sul fatto che non è più bello dai tempi di E.R., e da quei tempi sono passati venti anni, io trovo che lui oltre ad essere ingrassato è sempre come impomatato e traslucido, con una riga tra i capelli che proprio non gli dona.
Insomma non invecchia bene anche se come tutti i cinquantenni di successo più o meno fighi sposa la trentenne (ma vogliamo parlare del matrimonio di Franceschini, Ministro della Cultura, e delle sue foto con la sposa che sembra faccia la Prima Comunione? No, non ne vogliamo parlare in effetti…). La mia non è una rivendicazione, se la spassino pure, finché dura, l’importante è che non si illudano di non essere un cliché.
Quindi segnalo un altro pilastro che sta crollando miseramente, trattasi di Depp Johnny, dico Johnny Depp, mai avrei pensato di poter dire, vedendolo: accidenti come è invecchiato, invece è proprio invecchiato, con lo sguardo alcolico, Johnny Depp è passato, pure lui.
Ergo, invecchiano loro, figuriamoci se non possiamo invecchiare noi, hai ragione Gatta, almeno noi non ci facciamo fotografare vicino a fanciulli al solo scopo di sembrare più giovani e poi tutto questo bisogno di gioventù e fanciulle ha solo un nome: si chiama paura di morire, ma morirete lo stesso, eh.
LA Signora più odiata di Francia (persino più di Carlà) si è presa la sua rivincita. Valérie Trierweiller proprio non riesce a tenersene una, non ce la fece durante la campagna elettorale quando invitò a votare l’avversario dell’ex moglie del suo compagno, figuriamoci se ci poteva riuscire dopo essere stata umiliata e abbandonata davanti a tutta la Francia. Il suo libro è andato esaurito il primo giorno di uscita. Continua a non fare alcuna simpatia, ma la scena se l’è ripresa e chissà se qualche effetto non sortirà pure sul traballante regno di Monsieur le President. Ora si potrebbero aprire infiniti dibatti su quanto sono vendicative le donne abbandonate , ma in generale io dico che sottovalutare il meccanismo che innesca un abbandono in mondovisione è anche da ingenui. Di una cosa ora i francesi sono proprio sicuri, Monsieur le President aveva portato all’Eliseo una pazza e lui era l’unico a non saperlo.
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