Così ieri sono andata Milano per la terapia, alle 15.40 avevo fatto tutto, ero pure già andata nella farmacia dell’Humanitas a ritirare il farmaco senza perdermi.
Ho quindi preso un taxi per Linate e mentre arrivavo ho avuto pure un’ideona. Adesso vado ai banchi Ita e faccio il pianto greco, faccio quello che non ho mai fatto e che mi ha insegnato un mio amico, dico: guardi ho appena fatto una terapia oncologica, per favore può aiutarmi a prendere il prossimo volo per Bari visto che per il mio devo aspettare le 21 e 50?
La signora è stata gentile, intanto io pensavo a tutte le volte che avrei potuto farlo e non l’ho fatto ma vabbé, meglio tardi…
“Mi dispiace, non ci sono voli per Bari prima del suo”. Strano, penso, ci dovrebbe essere quello delle 19,20 ma si vede che deve essere cambiato qualcosa. Quindi rassegnata mi dirigo verso il “Panino Giusto” dove però non prendo un panino ma l’insalata Sorrento, mi pare, e poi un po’ rimbambita e un po’ trionfante vado verso la lounge dell’aeroporto visto che grazie all’American Express rifilatami proprio a Linate, ho diritto ancora a un ingresso gratis.
Ma sono difficile da tenera tranquilla in certe giornate, quindi alle 20,00 forse ritenendo che in qualche modo e chissà come, potessi partire prima, perché veramente dovendo partire alle 20,50 non so cosa mi abbia spinto fuori dalla lounge( in cui comunque avevo un po’ freddo e non so mai se la temperatura esterna è bassa o se ho sempre freddo per effetto delle terapia, quindi taccio), in ogni caso alle 20 circa, alla ricerca del gate A08 sono riuscita a ritrovarmi nella zona dell’aeroporto dove per accedere al gate che cercavo dovevo rifare i controlli di documenti e bagaglio. Non so ancora come ho fatto, ma è successo.
L’ho scoperto quando nella mia ricerca del gate ho chiesto dove fosse e mi hanno detto: signora deve uscire e rientrare e fare tutto da capo. Era quello il motivo per cui sono uscita alle 20 dalla lounge, evidentemente in mio inconscio aveva voglia di nuove avventure. Che infatti non sono mancate, lo spettacolo stava appena per cominciare, annunciato il ritardo del mio volo, mi sono buttata su una sedia del gate A08 e ho assistito impotente alla disavventura che stava per abbattersi su 78 passeggeri, tra cui io, quella che voleva anticipare il volo perché un po’ provata dalla terapia, povera stella.
Sono atterrata a Bari alle 3 di notte circa invece che alle 23, 20. Ma il vero show l’hanno fatto i rappresentanti di Ita con le loro spiegazioni impossibili da commentare; prima la grandine a Napoli da dove l’aereo era atteso, poi vi faremo dormire in albergo, poi ah no ma forse arriva, ma forse no, vedremo. Poi il vaucher per il panino, sono riusciti a impappinarsi pure su quello; pare che il bar non ne sapesse nulla. Poi l’acqua, come si fa durante i disastri; è arrivata l’acqua da Ita. 78 persone in ostaggio di due deficienti, una ha addirittura detto, per giustificarsi dell’inadeguatezza forse, che lei lavorava per 1200 euro. Insomma la pacca sulla spalla la voleva da noi e la voleva alle 2 di notte.
(Com’è che Ita non ha un solo aeromobile a Linate, la strombazzata rinata compagnia italiana ora partner della super efficiente Lufthansa? )
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