Ogni tanto lo faccio, compro scarpe online, lo so che alcuni acquisti sono oggetto di studio e che attengono alla compulsione, ma io ogni tanto lo faccio. Di solito online compro libri, qualche piccolo elettrodomestico, cose difficili da reperire, le scarpe raramente e quando lo faccio sbaglio, le scarpe bisogna provarle.
Ma le scarpe su di me hanno un effetto ipnotico, chi volesse corrompermi (ma non ho alcun potere, quindi perché dovrebbe?) potrebbe regalarmi scarpe, ma forse neppure regalarle, basterebbe la promessa. E’ una debolezza condivisa con milioni di donne, so anche questo.
Comunque ho comprato un sandalo che avevo già visto in una vetrina e che in quel momento mi era sembrato più intelligente non comprare, ma per le scelte intelligenti si nasce e io, modestamente, non lo nacqui.
Il sandalo ovviamente non andava bene e mentre nella vetrina mi era sembrato bello bellissimo, ai miei piedi mi è sembrato subito normale, normalissimo. Insomma, ho deciso di sostituirli, e questo è stato il secondo errore. Se sbagli e puoi restituire, restituisci e basta.
Ma veniamo a oggi, intorno alle 12 ha citofonato il corriere e mi ha chiesto: “Signora lei deve restituire un pacco?” E io, balbettando: “Ma veramente sulla mail c’era scritto che avreste dovuto chiamarmi prima”. Terzo errore.
“No signora io non sono tenuto a chiamare nessuno”.
“Va bene, il pacco è qui bisogna solo chiuderlo”
“No signora io non posso aspettare”
Io, sempre balbettando ma già un po’ alterata: “Guardi che sulla mail c’era scritto che il corriere avrebbe dovuto guidarmi nell’imballaggio…”
“Senta signora, io posso tornare nel primo pomeriggio”, con un tono molto seccato.
“Scusi ma se lei è qui perché deve tornare nel primo pomeriggio?”
E questa è una cosa che ancora alle 19.00 non ho capito, è venuto a citofonare perché era sicuro di non trovarmi? Si trovava a passare, la mia voce lo ha subito indisposto? Mi conosce e mi odia?
Intanto il tempo passava e io lo pregavo di aspettarmi, che sarei scesa a portargli il pacco (mentre sarebbe dovuto salire lui, ma comunque non ho avuto il coraggio di citare ancora l’inutile mail) lui, per tagliare corto mi ha detto:
“Senta signora, io ho da fare, guardi che lavoro con l’oncologico e ho consegne più importanti!”.
Allora ammetto di aver perso la testa per almeno due ragioni: è stato lui a citofonare a ad avere la sfortuna di trovarmi, doveva ritirare il pacco e fare il suo lavoro e se anche io passo la vita a comprare scarpe online, come si permetteva di giudicare il mio tempo meno importante di chi lo aspettava all’istituto oncologico? E soprattutto, lui come faceva a sapere che io le scarpe non le ho ordinate proprio durante un’attesa per una visita oncologica o magari durante una terapia? Insomma perché giudicarmi e come si permetteva?
Gli ho risposto: “E chi se ne frega”.
Il suo sotto testo era; signora lei a quest’ora sta a casa, in questo condominio con un portiere h24, ma sa, c’è gente che soffre e io lavoro e ho il mutuo da pagare.
Il mio sotto testo era: Cosa ne sa lei delle persone che comprano scarpe online?
Il risultato è stato che lui si è vendicato e non è passato neppure nel primo pomeriggio, non solo, ha comunicato alla DHL un problema che non c’era, (ho chiamato il call center e l’ho saputo) visto che lui è venuto e io ero pure in casa, conclusione: giornata agli arresti domiciliari e forse, domani ritorna, quindi arresti domiciliari anche per domani.
E’ stata una catena di errori che si poteva evitare, il più grande è stato perdere la testa di fronte alla parola “oncologico” e non sospirare pietosa.
Signor Corriere, chiunque tu sia, sei un deficiente.
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